Tutti con le mani in pasta!

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Cari amici, il nostro viaggio attraverso i meandri dei cooking show meno mainstream continua oggi con un programma del tutto particolare: Chef per un giorno, in onda nel weekend su La7d.

Al centro di questo programma (che si presenta sotto forma di talent culinario) c’è sempre un personaggio famoso (un attore o comunque un’icona dello spettacolo) che deve elaborare il menù per un ristorante, con l’aiuto di quattro chef.

Tutto ha inizio alle 10:00 del mattino, quando il protagonista della puntata si reca presso il ristorante che lo vedrà incoronato chef per un’intera giornata. Prima di poter “mettere le mani in pasta” però, il cuoco novello deve rispondere a qualche breve domanda per testare quanto se ne intende di cucina e raccontare il suo rapporto con i fornelli.

Una volta presentatosi, il protagonista entra in cucina dove ad attenderlo ci sono i quattro cuochi (uno per ogni ambito del menù) che lo seguiranno nell’elaborazione dei piatti. Lo chef deve proporre due antipasti, due primi, due secondi ed infine due dolci che, nel corso della prima fase del programma, vengono preparati, assaggiati, eventualmente corretti ed infine approvati tutti insieme.

La seconda fase vede protagonista, più che cucina, la sala in cui i commensali si accomodano in attesa di assaggiare i piatti del misterioso chef. Tra di essi ci sono tre persone a cui viene rivolta maggiore attenzione: un tavolo composto da tre critici che, a fine serata, daranno un voto (da uno a cinque cappelli) al menù proposto. Due di loro sono ospiti fissi, Leonardo Romanelli e Fiammetta Fadda, già incontrati nel precedente articolo. Il terzo giurato è Alessandro Borghese, che tuttavia si alterna spesso con altri chef meno noti.

Analizzando il programma è possibile ritrovare la strategia comunicativa che accomuna un po’ tutte le produzioni culinarie targate Magnolia per La7d: la presenza di non esperti di cucina cui viene dato un ruolo centrale (come quello di giurato o, nel caso in questione, di chef). C’è da sottolineare però che, a differenza degli altri cooking show dell’emittente,  Chef per un giorno non presenta un conduttore, ma la sola voce narrante di Claudio Guerrini.

Così come accade a Cuochi e fiamme (di cui abbiamo parlato) dunque, viene data uguale importanza ai commenti dei critici e a quelli dei “profani” dell’arte culinaria (vedi il caso Riccardo Rossi), per coinvolgere di più lo spettatore medio e farlo divertire con le gag comiche che ne risultano.

Ai commenti elaborati ed articolati dei giudici, infatti, vengono affiancati quelli degli altri commensali che spesso si cimentano nell’imitarli con iperboli enogastronomiche… fallendo miseramente! Dalla cucina lo chef si gusta le scene su un monitor, ridendo dei vani tentativi degli astanti, e ribattendo alle critiche.

Alla fine dello show il maitre di sala Luigi svela il nome dello chef e lo invita a raggiungere il tavolo dei critici, in attesa del verdetto (che per necessità di political correctness non scende mai sotto i tre cappelli).

Il programma in fin dei conti risulta strutturato bene, bilanciato, divertente… ma sembra avere un unico difetto: tutti gli episodi prodotti sono stati girati e trasmessi tra il 2006 e il 2010 e, a sei anni dall’ultima messa in onda, le stesse repliche continuano ad essere riproposte.

Nonostante questo piccolo inconveniente, gli aficionados del programma non si arrendono e continuano a sponsorizzarlo, senza perdere la speranza di vedere una nuova serie.

 

Io, dal canto mio, ho firmato! Ma nonostante la mobilitazione social per far riprendere la produzione del programma, per ora non sembra sia arrivata alcuna risposta. Anzi forse una sì… quella del critico Leonardo Romanelli che con un tweet difende le incessanti repliche:

 

Massimo

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